PERCORSO MUSEALE DI ISOLA MAGGIORE
L’offerta museale di Isola Maggiore nasce con l’intento di dare visibilità, valorizzare e promuovere il comprensorio del Lago Trasimeno. Si tratta di una realtà ricca e variegata che copre diverse aree di interesse: la storia, la geografia dell’ambiente lacustre, l’architettura, l’arte, la natura, la fede e tanto altro ancora.
Ad esempio, non a tutti è noto che S. Francesco si recò all’Isola Maggiore e ne restano ancora le testimonianze visibili per trascorrere la quaresima del 1211 digiunando e pregando nel raccoglimento dello scenario naturale che l’Isola ancora oggi può offrirci. Le tappe del Percorso Museale da visitare sono tre:
- La Pieve di S. Michele Arcangelo, edificio del XIII sec. Completamente affrescata, accoglie un crocifisso ligneo del XV sec., pregevole opera del pittore perugino Bartolomeo Caporali;
- La Casa del Capitano del Popolo, edificio del XIV sec. che ospita la parte centrale di un trittico del pittore senese Sano di Pietro e un crocifisso ligneo processionale, entrambi opere del XV sec.
- Il Museo del Merletto, ospitato nell’edificio quattrocentesco del Palazzo delle Opere Pie, che accoglie una collezione di manufatti tradizionali realizzati a Punto d’Irlanda, tecnica introdotta sull’Isola grazie alla marchesa Elena Guglielmi nel 1904.
Il biglietto d’ingresso al Percorso Museale è di 1 euro a singola persona. Per i bambini sotto i 6 anni, accompagnati dai genitori, l’ingresso è gratuito.
Per i gruppi sarà possibile inoltre prenotare la visita al Percorso Museale con l’assistenza di un operatore che all’interno dei siti fornirà spiegazioni sulle opere d’arte, inquadrate nel contesto della storia dell’Isola Maggiore e del più ampio scenario del Lago Trasimeno. Questo servizio verrà fornito al costo di 3 euro a persona, comprensivo del biglietto d’ingresso al Percorso Museale.
L’apertura dei musei va dal 1 aprile al 2 novembre. Per il restante periodo, si eseguono aperture su richiesta per gruppi, contattando il numero dell’Ufficio Informazione 075 8254233 o il numero di cellulare +39 328 4546383. Il Presidente della Pro Loco di Isola Maggiore Silvia Silvi.
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare la dott.ssa Michela Nucciarelli: +39 328 4546383.
L’Isola-Museo in mezzo al Trasimeno
Questo lembo di terra ha avuto una continuità di insediamento che risale almeno al periodo etruscoromano.
Possiede, quindi, un patrimonio di tradizioni di grande interesse che si riflette nelle voci di lingua, nei caratteri degli abitanti, nelle architetture civili e religiose che racchiude. Degna di particolare attenzione è la grande tradizione peschereccia di questa comunità, che durante il Basso Medioevo e sino alla fine del Cinquecento fu il maggior centro peschereccio del lago, con una popolazione oscillante tra i 300 e i 600 abitanti.



L’isola di San Francesco
Un Centro di documentazione funge da introduzione alla visita del vero museo costituito dall’isola stessa. In esso sono presentate in piccoli spazi espositivi, alcune importanti opere d’arte, come la “Madonna col Bambino” del pittore senese Sano di Pietro, tavola centrale di un polittico (1465 ca.) che in origine sovrastava l’altare della pieve di San Michele Arcangelo, alla sommità dell’isola. Il Centro offre notizie e ricostruzioni illustrate relative all’antico abitato, alle sue ben 5 confraternite devozionali ed assistenziali, e soprattutto al ciclo stagionale della grande pesca detta dei “tori”, in uso sul Trasimeno dal pieno alto medioevo sino alla fine del Cinquecento.
Intorno alla metà del Quattrocento questa tecnica contava al Lago di Perugia ben 2000 impianti fissi di cattura,
costituiti da enormi cumuli sommersi di fascine di quercia che servivano in inverno per attrarre i pesci (in particolare tinche, lucci e anguille). Le prede venivano catturate con una tecnica molto complessa, grazie a grandi reti da circuizione appese a palizzate di tronchi di cerro o castagno confitti tutt’intorno al mucchio, appunto il “toro” (dalla voce latina torus, con il significato originario di ‘sporgenza, rigonfiamento’). Questa attività fu alla base della prosperità dell’Isola Maggiore. Lo stesso palazzo trecentesco che la tradizione lega al Capitano del Popolo di Perugia (sede del Centro di documentazione) dimostra i forti interessi che legavano la città del grifo a quest’isola del Trasimeno.


È una prosperità di cui troviamo riflessi nella presenza ad Isola Maggiore, soprattutto fra Trecento e Cinquecento, di una ricca committenza che finanziò le opere d’arte conservate nelle sue chiese. Se le più antiche, ovvero i rilievi sulla facciata di San Salvatore, risalenti alla fine del XII secolo, sono connotate da un linguaggio romanico molto corsivo e semplificato, gli affreschi che ostituiscono la prima fase decorativa della pieve di San Michele Arcangelo sono di tutt’altro tenore. Si mostrano, infatti, prontamente aggiornati sulle principali novità in fatto d’arte pubblicate tra fine Duecento e primo Trecento ad Assisi e Perugia, con chiari rimandi a Cimabue e a Giotto. A questo proposito è significativo l’arrivo ad isola dei frati francescani, ocumentati qui dalla fine del XIII secolo, anche se il convento sarà costruito solo nel 1328 a spese del Comune di Perugia. Attorno alla metà del Quattrocento arriveranno sull’isola opere e pittori perfettamente informati del
linguaggio rinascimentale, botteghe folignati, artisti perugini, marchigiani, senesi, prova di una congiuntura economica davvero favorevole.
Un altro valore tradizionale che l’isola propone è costituito dalle realizzazioni artistiche del cosiddetto “pizzo d’Irlanda”. Fu Elena, la figlia del Marchese Giacinto Guglielmi – il quale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento fece erigere una lussuosa dimora ad Isola Maggiore in stile neo gotico, inglobando prima il convento francescano e poi la chiesa di San Francesco, ad aprire una scuola di ricamo per le figlie dei pescatori. Questa tradizione è giunta sino ai nostri giorni ed ancor oggi è possibile vedere all’opera le isolane davanti all’uscio di casa e acquistare le varie realizzazioni di questa tradizione isolana lungo Via Guglielmi. Presso l’antica sede della Confraternita dei disciplinati è allestito un “Museo del merletto” dove è possibile ammirare una scelta delle più belle realizzazioni artistiche.